«Non un monumento nel senso ambizioso della parola ma una pura e semplice pietra tombale espressa nella forma più elementare,
più geometrica, più perfetta, più astratta, antica ed eterna che l’Uomo abbia mai potuto immaginare e nella quale l’altezza è raggiunta soltanto perché questa architettura vive un clima aureo dove esiste un rapporto con la perfezione divina e nessun rapporto con la umana presunzione»

«Not a monument, in the ambitious sense of the word, but rather a pure and simple tombstone, in its most elementary,
most geometrical, most perfect, most abstract, most ancient and eternal form men could ever imagine, where greatness is reached only because this architecture stands in a golden climate with a relationship with divine perfection and no links to human presumption»

with
lucio fontana

Sin dall’inizio della sua esperienza professionale l’architettura funeraria ha costituito per Renzo Zavanella un ambito privilegiato di sperimentazione formale e tecnologica. Tra il 1933 e il 1963, nell’arco di tre decenni l’architetto progetta dieci tombe, quattro delle quali realizzate al Cimitero Monumentale di Milano: la “Tomba Castellotti”, la “Tomba Chinelli”, “Tomba Gualandri-Bertolini” e la “Tomba Pilati” (le prime tre realizzate in collaborazione con Lucio Fontana). Il consueto approccio rigoroso alla composizione spaziale quanto al dettaglio tecnico si arricchisce ulteriormente nelle architetture funerarie del dato “spirituale”, che Zavanella accoglie e condivide laicamente. In tal senso la soggettiva e individuale personalità non può e non deve interferire per il mantovano in alcun modo nel passaggio dal disegno e dall’idea alla materia, esattamente come accade nell’ideale trapasso tra la vita terrena e quella divina. I suoi progetti, si pongono “umilmente” sullo sfondo rispetto alle sculture plastiche dell’artista italo-argentino, configurandosi come eterei e minimali telai razionalisti, teche effimere di aria e luce che accolgono le straordinarie realizzazioni di Fontana.

Per ulteriori approfondimenti alla specifica sezione della monografia >>

Since the beginning of his professional career, funerary architecture has been for Renzo Zavanella a privileged field for experimenting with form and technology. Within three decades, between 1933 and 1963, he designed ten tombs, four of which are in the Cimitero Monumentale di Milano: “Tomba Castellotti”, “Tomba Chinelli”, “Tomba Gualandri-Bertolini” and “Tomba Pilati” (the first three were designed together with Lucio Fontana). The usual rigorous approach to the spatial composition and the technical detail is further complemented here by the “spiritual” element, that Zavanella embraces and shares in a secular way. In that sense, for him the subjective and individual personality cannot and must not interfere in any way in the transfer from the design to the idea of the substance, just like in the ideal passage from earthly to divine life. His projects stand “humbly” on the background of the sculptures of the Italo Argentinian artist, appearing like ethereal and minimal rationalistic canvases, ephemeral cases of air and light, receiving the extraordinary pieces of Fontana.

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