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11 maggio 2022 – Politecnico di Milano, Aula Ernesto Nathan Rogers: Giornata di Studio
AULA ROGERS
La Giornata di Studio Renzo Zavanella Architettura Design Tecnologia, svolta nell’iconico scenario dell’Aula Rogers del Politecnico di Milano, cuore pulsante della Facoltà di Architettura, ha visto la presenza del Preside Andrea Campioli, del Rettore Vicario Emilio Faroldi, del Direttore di Dipartimento ABC Stefano Capolongo, dell’architetto Andrea Costa del MiBAC, del Presidente della Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti di Mantova architetto Federico Fedel, della Presidente dello CSAC professoressa Francesca Zanelli e dell’Autore della monografia Davide Allegri, architetto e ricercatore presso il Dipartimento di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico.
La giornata ha eletto la cultura del progetto e della costruzione in Italia quale filo rosso in grado di connettere il tema della valorizzazione del patrimonio archivistico del ventesimo secolo architettonico attraverso la divulgazione di una cultura tecnologica che affonda le proprie radici nel Novecento italiano.
Lo studio dei materiali del Fondo Renzo Zavanella ci restituisce il quadro di un’opera straordinariamente articolata e multiforme che rappresenta, in tutta la sua originale complessità, un significativo tassello del Novecento architettonico italiano. L’architetto mantovano costituisce, inoltre, un importante satellite di quella costellazione tipicamente lombarda e milanese che fa riferimento alla variegata galassia del professionismo colto, all’interno della quale si sono poi riscoperti, spesso con ritardo, progettisti di indubbio valore.
Il volume indaga la multiforme attività del mantovano, “architetto-artista” a tutto tondo, inquadrandone l’opera all’interno del più ampio contesto del Novecento italiano, espressione di una straordinaria ricchezza e complessità culturale, tra razionalismo, futurismo e avanguardie artistiche dalle molteplici sfumature narrative e figurative. Un’opera, quella di Zavanella, che allo stesso tempo s’innesta – con peculiare originalità – nella tradizione e nell’esperienza del “Moderno” in architettura, manifestandosi attraverso una particolare attenzione e sensibilità per il dettaglio tecnologico. Un’azione che si colloca nell’alveo della nascita della cultura tecnologica del progetto che vedrà poi la sua fondazione, più compiutamente anche in termini disciplinari e accademici, all’inizio degli anni Settanta.
Giornata di Studio · Renzo Zavanella Architettura Design Tecnologia
11.05.2022
AULA ROGERS
Politecnico di Milano
La Giornata di Studio Renzo Zavanella Architettura Design Tecnologia, elegge la cultura del progetto e della costruzione in Italia quale filo rosso in grado di connettere il tema della valorizzazione del patrimonio archivistico del ventesimo secolo architettonico attraverso la divulgazione di una cultura tecnologica che affonda le proprie radici nel Novecento italiano.
Lo studio dei materiali del Fondo Renzo Zavanella ci restituisce il quadro di un’opera straordinariamente articolata e multiforme che rappresenta, in tutta la sua originale complessità, un significativo tassello del Novecento architettonico italiano. L’architetto mantovano costituisce, inoltre, un importante satellite di quella costellazione tipicamente lombarda e milanese che fa riferimento alla variegata galassia del professionismo colto, all’interno della quale si sono poi riscoperti, spesso con ritardo, progettisti di indubbio valore.
Il volume indaga la multiforme attività del mantovano, “architetto-artista” a tutto tondo, inquadrandone l’opera all’interno del più ampio contesto del Novecento italiano, espressione di una straordinaria ricchezza e complessità culturale, tra razionalismo, futurismo e avanguardie artistiche dalle molteplici sfumature narrative e figurative. Un’opera, quella di Zavanella, che allo stesso tempo s’innesta – con peculiare originalità – nella tradizione e nell’esperienza del “Moderno” in architettura, manifestandosi attraverso una particolare attenzione e sensibilità per il dettaglio tecnologico. Un’azione che si colloca nell’alveo della nascita della cultura tecnologica del progetto che vedrà poi la sua fondazione, più compiutamente anche in termini disciplinari e accademici, all’inizio degli anni Settanta.
INTERNI, recensione
RENZO ZAVANELLA 1900-1988, architettura design tecnologia
di Davide Allegri, architettura design tecnologia ” di Davide Allegri, Scripta Edizioni, pagg.618, € 59,00.
Mantovano e milanese d’azione Renzo Zavanella (classe 1900), è una figura che appartiene a pieno titolo alla cultura architettonica italiana del secolo scorso esplicitando, nella sua densa ricerca progettuale, una versatilità tipologica che dal disegno urbano all’architettura spazia nel tema dell’allestimento e dell’effimero sino a spingersi alla dimensione del protodesign industriale e dell’invenzione tecnologica. Tra i tanti progetti il rifacimento della littorina automotrice OM Aln-477 “Belvedere” del 1948 trovata bombardata nel centro e qui trasformata in una sala sospesa per osservare e godere del paesaggio durante il viaggio su rotaie, rimane un saggio espressivo che lega la dimensione progettuale a quella narrativa della valorizzazione paesaggistica del Bel Paese. Il percorso di Zavanella si incrocia con architetti come Gio Ponti e Luciano Baldessari, Franco Albini e Giuseppe Pagano, solo per citarne alcuni con cui collabora a progetti e visioni, senza dimenticare i sodalizi artistici con Lucio Fontana ed Enrico Ciuti. Come afferma Davide Allegri l’opera di Zavanella è “anticipatrice del concetto di architettura quale atto corale, momento di sintesi di istanze tecniche, umanistiche, artistiche”. Questa ricca monografia ci restituisce il ritratto progettuale di uno dei protagonisti del Novecento architettonico italiano. Una figura complessa e decentrata rispetto all’attenzione della critica che questo volume intende in parte giustamente colmare. Le “architetture sussurrate tra modernismo e sperimentazione” di Zavanella restituite da questo studio, che si basa sui materiali d’archivio del “Fondo Renzo Zavanella” conservato presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, definiscono nel loro sviluppo un atteggiamento proprio a quel ‘professionismo d’autore’ che unisce in sintesi progettuale la dimensione narrativa a quella operativa, attraverso un “uso poetico delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali della modernità”.
Mantova, Città di Cultura
Il Centro Studi Leon Battista Alberti, a fianco dell’amministrazione del Comune di Mantova, si è occupato di dare alle stampe uno studio di Davide Allegri dedicato ai lavori dell’architetto mantovano Renzo Zavanella. La pubblicazione è il risultato dello studio organico e completo sulla figura di questo professionista, delle sue connessioni e dei suoi rapporti con gli altri Maestri dell’architettura moderna e con le avanguardie artistiche del Novecento, con particolare riferimento all’amicizia con Lucio Fontana. L’opera di Zavanella – attraverso i suoi intensi e duraturi rapporti con la grande impresa italiana, i capitani d’industria pionieri della moderna produzione – è inoltre strettamente connessa con la storia sociale, culturale ed economica della Lombardia tra le due guerre, fino al boom economico e al miracolo italiano degli anni Sessanta.
Il progetto è sostenuto anche dal Politecnico di Milano e dal Ministero dei Beni Culturali.
Il volume indaga la multiforme e variegata produzione di Renzo Zavanella (1900-1988), architetto e designer mantovano che ha operato a Milano tra la fine degli anni Venti fino alla morte. Nel suo piccolo studio domestico (via Pancaldo prima e via Tiepolo poi) con la sola sorella Bice come unica e fedele collaboratrice Zavanella progetta visionari padiglioni fieristici, oggetti e mezzi di trasporto dal design straordinariamente innovativo, residenze, uffici, tombe (piccoli capolavori tra arte astratta e razionalismo purista realizzati con Lucio Fontana) intessendo, lungo una carriera professionale ultradecennale, rapporti con i maggiori protagonisti della cultura architettonica e artistica del Novecento italiano.
Renzo Zavanella costituisce un importante satellite di quella costellazione tipicamente lombarda e milanese che fa riferimento alla variegata galassia del professionismo colto, all’interno della quale si sono poi riscoperti, spesso con ritardo, progettisti di indubbio valore. Figura spuria che “non si è mai vista riconoscere il suo giusto posto nella storia dell’architettura contemporanea”, è stato però qualcosa di più e di diverso anche rispetto a questa definizione. Nato a Mantova allo scoccare del Secolo breve la sua vicenda, che si svolge quasi tutta a Milano, costituisce un capitolo sostanzialmente obliterato del grande romanzo dell’architettura del Novecento. Tra le due guerre collabora con Gio Ponti e Luciano Baldessari ed è “compagno di strada” di alcuni dei maggiori protagonisti della cultura architettonica e artistica italiana: più direttamente con Enrico Ciuti, Lucio Fontana (col quale realizzerà piccoli capolavori di architettura funeraria al Monumentale di Milano), Raffaello Giolli, Giulio Minoletti, Giuseppe Pagano, Edoardo Persico, Agnoldomenico Pica; più marginalmente Franco Albini, Ignazio Gardella, Giancarlo De Carlo, Carlo De Carli, Ernesto Nathan Rogers, Marco Zanuso. Nel secondo dopoguerra è, tra gli architetti, uno dei maggiori protagonisti del “miracolo economico” italiano, disegnando i nuovi spazi e gli oggetti simbolo della società del consumo di massa e concentrando la propria attività professionale su diversi fronti: dall’architettura espositiva (che sarà, per tutta la sua carriera, settore privilegiato di sperimentazione), al design di interni, dal nascente settore dell’industrial design (dove l’oggetto “di serie” sarà da lui concepito come “pezzo unico” dalla raffinata artigianalità del dettaglio, in un approccio sospeso tra Albini e Mollino), fino ad arrivare allo studio e alla realizzazione di prototipi da prodursi in serie per abitazioni-tipo e per gli edifici a servizio della meccanizzazione diffusa (stazioni di rifornimento, autogrill).
Recensione/”Il Giornale dell’Architettura”
Riportiamo la bella recensione della monografia Renzo Zavanella 1900-1988. Architettura Design Tecnologia curata da Michele Roda per Il Giornale dell’Architettura:
Ancora meno conosciuta, e così ancora più meritevole di essere diffusa, è la parabola di vita e professionale di Renzo Zavanella (1900-1988). La firma Davide Allegri con un’intensa ricerca, condensata nelle oltre 600 pagine pubblicate da Scripta, con il sostegno (anche) del Mibact, oltre che della Fondazione Leon Battista Alberti. Progettista silenzioso che ha attraversato tutto il Novecento, pur originario di Mantova, Zavanella ha vissuto nel capoluogo lombardo, legandovi gran parte della propria attività. Una Milano particolare, disegnata e sognata, si palesa sfogliando le pagine patinate del libro, elegante e di ottima qualità, fin dalla copertina che riporta uno schizzo per la Pensilina OM del 1948. Strutturata in tre parti, la pubblicazione ricostruisce lo sfondo culturale in cui Zavanella si forma e progetta, riportando puntualmente apparati biografici, bibliografici e archivistici (questi ultimi conservati presso lo CSAC di Parma). Ma è soprattutto la parte centrale, la seconda, ad affascinare con immagini di opere e progetti: dagli stand della Fiera Campionaria ai numerosi allestimenti ed esposizioni, da oggetti di design di uso comune ad alcuni autogrill delle nascenti autostrade italiane. Fino ai tanti edifici (basti su tutti quello commissionato da BPM in Piazza Sant’Eustorgio, a metà anni ‘50; nell’immagine di copertina) che, oggi assorbiti dalla città tanto da diventarne frammenti scontati, ritornano alla nostra attenzione, grazie a queste pagine, con le loro storie architettoniche che – una sull’altra, una dopo l’altra – hanno costruito una città.
Renzo Zavanella 1900-1988 · Architettura Design Tecnologia
La monografia dell’opera di Renzo Zavanella è in vendita nelle migliori librerie online.
Il volume offre un’ampia ricognizione di un’opera complessa e multiforme e dalla notevole ricchezza di riferimenti culturali e intrecci biografici intessuti nel corso di una lunga e articolata attività professionale con i maggior protagonisti della cultura architettonica del Novecento.
Il materiale iconografico contenuto nel volume (più di settecento immagini tra disegni e fotografie d’epoca) proveniente dall’archivio CSAC è quasi interamente inedito: ciò rappresenta un ulteriore e straordinario elemento di valore documentario e identitario, frutto di una paziente azione di disvelamento di un archivio del Novecento, patrimonio culturale e memoriale che viene per la prima volta condiviso per il pubblico.
Per ulteriori approfondimenti alla specifica sezione della monografia >>
The monograph of Renzo Zavanella’s work is on sale in the online bookstores.
The volume offers a broad overview of a complex and multifaceted work and a remarkable wealth of cultural references and biographical interweaves woven during a long and articulated professional activity with the greatest protagonists of the architectural culture of the twentieth century.
The iconographic material contained in the volume (more than seven hundred images including original drawings and photographs) from the CSAC archive is almost entirely unpublished: this represents an extraordinary element of documentary and identity value, the result of a patient disclosure action of an archive of the twentieth century, cultural and memorial heritage that is shared for the first time for the public.
For any further details, please see the specific section in the monograph >>
Villa duplex: an Icon at Risk!
La “Villa duplex” detta anche Villa dei Direttori è stata inserita nel sito che raccoglie le “Icone a rischio”.
Icone architettoniche del Novecento dimenticate o abbandonate dal riconosciuto valore storico e architettonico.
Renzo Zavanella. Architetture Silenziose
All’interno del volume Fotografia per l’architettura del XX Secolo in Italia il saggio di Davide Allegri: Renzo Zavanella: architetture silenziose. La fotografia come strumento di un recupero storiografico.
Renzo Zavanella. Architetture Silenziose
La fotografia ha messo a disposizione di progettisti, architetti e ingegneri, storici e studiosi d’architettura, un enorme e diffuso patrimonio, indispensabile oggi per rispondere a esigenze di ricerca, invenzione, documentazione, comunicazione.
Della fotografia per l’architettura si è riconosciuto il valore di bene culturale; si è messa a punto una codificazione; si sono individuati archivi privati e di istituzioni.
Essa è divenuta indispensabile per la pubblicazione, anche a fini formativi, di manuali, monografie e saggi. Quest’interazione tra ‘parole’ e ‘cose’, tra racconto e realtà fisica non più solo disegnata, ha anche consentito una storiografia più aderente, per quanto possibile, al cantiere e costruzione delle fabbriche, a messa in opera e modifiche nel tempo, a singolarità e contestualizzazione, a dimensioni e qualità anche materiche.
Il convegno internazionale intende esplorare, entro il XX secolo e con approfondimento relativo all’area lombarda ricca di esempi, suoi approdi maturi o in svolgi-mento, in quattro sezioni tematiche più una sezione conclusiva:
1. Uno sguardo internazionale;
2. Gli architetti italiani e la fotografia;
3. Raccolte, archivi e istituzioni;
4. Cantieri: costruzione e interventi successivi.
5. Conclusione del convegno.
Studiosi internazionali porteranno novità d’interpretazione e casi studio significativi per la storia dell’architettura del XX secolo.
Il convegno sarà inoltre occasione per far conoscere qualificati contributi offerti da Regione Lombardia e altre istituzioni locali. Si svolgerà a Milano, presso la sede di Regione Lombardia, il 24 e il 25 novembre 2016 e sarà accompagnato da un’esposizione di poster su temi specifici, raccolti e selezionati a seguito di call estesa alle università e ad enti ed istituzioni culturali, in particolare ai giovani ricercatori.
Politecnico di Milano e Regione Lombardia sono i referenti.
Studio su Zavanella, maestro dell’architettura del ‘900
A riscoprirlo e farlo conoscere è l’architetto Davide Allegri.
«Affidai la tesi di laurea a una studentessa, ma poi decisi di proseguire e lavorarci direttamente per alcuni anni. Questa ricerca che sta per uscire è volta alla rivalutazione, attraverso un’attenta e approfondita analisi di fonti, progetti e scritti, di una figura di architetto che fa parte di diritto di quella schiera di progettisti e intellettuali che hanno profondamente influenzato la cultura architettonica e più in generale figurativa, del secondo dopoguerra italiano».