RENZO ZAVANELLA 1900-1988, architettura design tecnologia
di Davide Allegri, architettura design tecnologia ” di Davide Allegri, Scripta Edizioni, pagg.618, € 59,00.
Mantovano e milanese d’azione Renzo Zavanella (classe 1900), è una figura che appartiene a pieno titolo alla cultura architettonica italiana del secolo scorso esplicitando, nella sua densa ricerca progettuale, una versatilità tipologica che dal disegno urbano all’architettura spazia nel tema dell’allestimento e dell’effimero sino a spingersi alla dimensione del protodesign industriale e dell’invenzione tecnologica. Tra i tanti progetti il rifacimento della littorina automotrice OM Aln-477 “Belvedere” del 1948 trovata bombardata nel centro e qui trasformata in una sala sospesa per osservare e godere del paesaggio durante il viaggio su rotaie, rimane un saggio espressivo che lega la dimensione progettuale a quella narrativa della valorizzazione paesaggistica del Bel Paese. Il percorso di Zavanella si incrocia con architetti come Gio Ponti e Luciano Baldessari, Franco Albini e Giuseppe Pagano, solo per citarne alcuni con cui collabora a progetti e visioni, senza dimenticare i sodalizi artistici con Lucio Fontana ed Enrico Ciuti. Come afferma Davide Allegri l’opera di Zavanella è “anticipatrice del concetto di architettura quale atto corale, momento di sintesi di istanze tecniche, umanistiche, artistiche”. Questa ricca monografia ci restituisce il ritratto progettuale di uno dei protagonisti del Novecento architettonico italiano. Una figura complessa e decentrata rispetto all’attenzione della critica che questo volume intende in parte giustamente colmare. Le “architetture sussurrate tra modernismo e sperimentazione” di Zavanella restituite da questo studio, che si basa sui materiali d’archivio del “Fondo Renzo Zavanella” conservato presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, definiscono nel loro sviluppo un atteggiamento proprio a quel ‘professionismo d’autore’ che unisce in sintesi progettuale la dimensione narrativa a quella operativa, attraverso un “uso poetico delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali della modernità”.